martedì 23 gennaio 2018

Recensione "Che tu sia per me il coltello" di David Grossman

Amore è il fatto che tu sei per me il coltello col quale frugo dentro me stesso.” 
Citazione erroneamente attribuita a David Grossman, in realtà di Franz Kafka dal quale il contemporaneo e a nostra detta, straconsigliatissimo David Grossman, ha deliberatamente preso spunto per il titolo accattivante quanto profetico del suo ormai non così recente romanzo ma sempre attualissimo e imperdibile Che tu sia per me il coltello.


Semplice. Scritto con una sensibilità sublime. Romantico tanto da struggersi nel languore di una prosa impeccabile. Paure, sogni ed emozione messe per iscritto che vi trascineranno in una lettura unica quanto rara nella sua disarmante bellezza poetica.

Non lavoro, non vivo, non faccio che pensare a te. Lascio ruggire nel mio cuore il tuo nome e se tu fossi qui, adesso, ti abbraccerei con tutte le mie forze fino a spezzarci entrambi nell'impeto di quel che provo per te (non temere, non sono particolarmente forte).”

Titolo: Che tu sia per me il coltello

Autore: David Grossman

Casa Editrice: Mondadori
Data di pubblicazione: marzo 1999

Genere: Romance




TramaIn un gruppo di persone, un uomo nota una donna sconosciuta che sembra volersi isolare dagli altri. Yair, commosso da quella che egli interpreta come un'impercettibile e ostinata difesa, le scrive una lettera, proponendole un rapporto profondo, aperto, libero da qualsiasi vincolo. Più che una proposta è un'implorazione e Myriam ne resta colpita, forse sedotta. Un mondo privato si crea così fra loro e in questo processo di reciproco avvicinamento Yair e Myriam scoprono l'importanza dell'immaginazione nei rapporti umani e la sensualità che si nasconde nelle parole. Finché Yair si rende conto che le lettere di quella donna stanno aprendo un varco dentro di lui, chiedendogli con imperiosa delicatezza una inaspettata svolta interiore.




Gennaio 2018. Buoni propositi per questo millennio che è appena diventato maggiorenne e noi di Amiche per i Libri che facciamo? Giustamente abbandoniamo il millennio e regrediamo; e lo facciamo andando dritti dritti nel 1999. Solitamente non recensiamo questo genere di libri e con "questo genere" intendiamo libri con la L maiuscola. Che non ce ne voglia nessuno ma ci piace andare sul leggero, letture senza troppo impegno per evadere; ma ormai dopo caterbe di pagine divorate come se non ci fosse un domani, spessissimo non riusciamo più a cogliere la verità delle parole. Vaghiamo alla ricerca della verità scritta, vaghiamo alla ricerca dell'anima e spesso la troviamo per caso e laddove non la si aspettava, dove non sospettavamo minimamente. Se abbiamo imparato una cosa nel nostro lungo peregrinare tra migliaia di libri - e non solo! -, è che non esiste un genere unico, leggiamo e recensiamo anche la lista della spesa se questa viene fatta in modo trascendentale e riesce a lasciarci dentro emozioni indelebile.


Vorrei che tu capissi, io parlo solo di lettere, davvero. Non di incontri. Niente corpo, né carne. Non con te. Mi è parso talmente chiaro dopo la tua lettera. Solo parole. Perché tutto si rovinerebbe a tu per tu, scivolerebbe subito su strade note, già percorse. Ovviamente il nostro rapporto dovrà mantenersi nella più completa segretezza, non dovrà essere svelato a nessuno, perché ciò che diciamo non venga rivolto contro di noi. Solo le mie parole che incontrano le tue, il ritmo lento dei nostri respiri che si uniscono.”


David Grossman, saggista e scrittore contemporaneo, classe 1954, non scrive romanzetti da quattro spicci. È un Signor Autore. Di quelli che lasciano il segno. Di quelli con un colossale bagaglio culturale che fa impallidire noi piccole blogger che al suo cospetto quasi quasi ci vergogniamo di recensire. Insomma, il Signor Grossman potrebbe benissimo essere un decano universitario che impartisce lezioni di vita ad ogni respiro. Anzi, sospettiamo fortemente che lo sia. Scusate, in caso, per l'enorme gaffe o l'eventuale e erronea attribuzione.

Libro = trama, personaggi, storia, svolgimento, qualche colpo di scene messo ad arte, il ripetersi del nuovo svolgimento causa nuovi input, risoluzione - forse -, fine e/o eventuale finale aperto. Dimenticate tutto. Con Che tu sia per me il coltello ci troviamo dinanzi ad un libro epistolare.

Lettere. I protagonisti si scambiano lettere. 
Li conosciamo attraverso la loro volontà di aprirsi l'uno all'altro e hanno deciso di farlo attraverso la carta. Parole su parole, scritte di proprio pugno. Si fa ancora? Si scrive ancora di proprio pugno? Si inviano ancora lettere? Ma quelle vere, quelle di carta... quell'attesa straziante, quelle cui l'attesa è quasi migliore del fatto compiuto. Ritrovarsi dopo tanto attendere ad avere tra le mani una lettera e leggerne il contenuto, assaporarne letteralmente ogni parola, quasi fosse vitale. Leggere bramosi in attesa di una prossima lettera. Esiste ancora tutto ciò???

Ci siamo fatte travolgere... Siamo state catapultate direttamente tra i pensieri del protagonista che si innamora all'istante di una giovane mai vista. Di qui iniziano le sue lettere alla diretta interessata, proprio come Kafka fece con la sua amata. Lettere su lettere. Interrogativi, dubbi, desideri, un romanticissimo struggersi. Genuino. Singolare. Travolgente. 
Tutto ciò ci ha rapito l'anima. E la lasciamo lì, in ostaggio e in balia delle parole di Grossman.

È questo ciò che cercavamo: la verità su ognuno di noi che fa i conti con se stesso quando sogna, ama, desidera. Grossman ha messo nero su bianco i nostri pensieri, le nostre speranze, le nostre paure insieme alla nostra voglia di guarire da un amore complicato ma che proprio grazie alla sofferenza, al mancato compimento, riesce a fortificarsi, riesce a farci ritrovare innanzitutto come persone. 

Questo di Grossman è un libro che cura l'anima. È un libro universale. 
Da rileggere quando si vuole, anche solo aprendone una pagina a caso perché ad ogni paragrafo, Grossman punta dritto al cuore. Colpisce in pieno e lo fa in modo permanente.


Leggere è vivere milioni di vite. Leggere è la vita che vorremmo avere. Noi ne viviamo migliaia.  Leggere poi i segreti inconfessabili, i pensieri più profondi, di persone qualunque, persone che potremmo essere noi stesse, ci ubriaca di emozioni. Stiamo esagerando? Abbiamo letto Che tu sia per me il coltello a voce alta. Leggevamo come forsennate, e siamo state trasportate in un altro mondo dove volevamo essere. 
Leggere le lettere segrete di "due amanti che non si sono mai visti", assaporarne i  struggimenti come se fossero i nostri, ci ha fatto respirare un'aria pura. Un'aria che bravamavo da tempo. Lo ripetiamo a gran voce: per noi è stato catartico. Terapeutico


“Come vorrei pensare a noi come a due persone che si sono fatte un'iniezione di verità per dirla, finalmente, la verità. Sarei felice di poter dire a me stesso: "Con lei ho stillato verità". Sì, è questo quello che voglio. Voglio che tu sia per me il coltello, e anch'io lo sarò per te, prometto. Un coltello affilato ma misericordioso - parola tua. Non ricordavo nemmeno che fosse lecita. Un suono così delicato e ovattato. Una parola senza pelle (se la si ripete più volte a voce alta ci si può sentire come terra riarsa, e non è facile il momento in cui l'acqua s'infiltra fra le crepe).”


Voto? 5 stelle ad oltranza!




1 commento:

  1. Anch'io ho adorato questo libro, pagina dopo pagina. Trovo assolutamente vero che è sufficiente una frase, presa a caso tra le righe, per essere travolti dalla poesia di Grossman. è stato uno dei libri più belli e allo stesso tempo bizzarri che io abbia mai letto. Nonostante siano passati ormai diversi anni, continuo ancora a chiedermi il significato di alcuni passaggi.

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