lunedì 21 marzo 2016

Recensione Io sono Kurt di Paolo Restuccia

Oggi vi parliamo dell'appena inaugurata Darkside: la nuova collana Fazi Editori dedicata a tutte le sfumature del giallo di qualità: dal noir al thriller, dalla crime fiction al polar. In questa nuova collana troveranno spazio tutti i migliori autori pubblicati dalla casa editrice negli ultimi anni.

Vi proponiamo Io sono Kurt, il nuovo libro di Paolo Restuccia, regista del seguitissimo programma radiofonico di Radio2 "Il ruggito del coniglio" e fondatore e direttore della scuola di scrittura creativa "Omero" a Roma. É il suo secondo romanzo, un giallo intricato che unisce la vita del protagonista alla storia della musica dagli anni '90 ad oggi tra sesso, ricatti, debiti, personaggi pericolosi, ragazze seducenti e rimpianti di gioventù, ambientato in una Trieste misteriosa. Una vita che non è andata proprio come aveva sperato e solamente dopo averne visto la parte peggiore, il protagonista Andrea/Kurt sarà capace di riscoprire sé stesso.


Titolo: Io sono Kurt

Autore: Paolo Restuccia

Casa Editrice: Fazi
Data di pubblicazione: 17 marzo 2016

Genere: Noir




Trama: Andrea Brighi, detto Kurt, in viaggio verso la Svizzera per un trasporto illegale di valuta, devia improvvisamente per Trieste in seguito all’incontro fortuito (e forse immaginario) con Stefano Zanchi, alias Diavolo Biondo, suo ex amico nonché datore di lavoro più di vent’anni prima a Radio Punto Nord. Tornano a galla così i ricordi di un tempo in cui i due uomini passavano le giornate scambiandosi emozioni, spesso forti e all’insegna della trasgressione, progetti per il futuro, ragazze. Tra tutte, Anna, un amore mai del tutto dimenticato, un sentimento ancora vivo e una storia finita troppo presto di cui ora riaffiorano i dettagli. Nella misteriosa e decadente pensione Ghega dove alloggia il protagonista, il passato tornerà a disturbare la quotidianità di Kurt, ex dj in fuga, fornendogli una chiave di lettura inedita per ripensare agli avvenimenti dei propri vent’anni. Ormai annoiato e quasi disilluso, l’uomo sarà capace di riscoprire se stesso dopo una discesa agli inferi tra personaggi bizzarri e pericolosi, in una storia trascinante di sesso, ricatti e debiti non priva di rimpianti e nostalgia, sulla colonna sonora di una giovinezza perduta





Alzi la mano chi leggendo il titolo del libro non ha immediatamente pensato a Kurt Cobain leader dei mai dimenticati Nirvana? Da grandi amanti del genere rock e per di più appassionatissime fans dei Nirvana e per l'appunto di Kurt Cobain, nonché di molte rock band anni '90, non abbiamo potuto fare a meno di lasciarci prendere sotto braccetto dalla curiosità e correre a leggere questo giallo. Sopratutto vista la morte tragica di Cobain, suicidatosi nel 1994 che ha lasciato un'enorme vuoto e forse proprio per questo motivo prese dalla nostalgia di quel particolare momento ci siamo tuffate in un doppio carpiato: dovevamo conoscere chi si fa chiamare Kurt pur somigliano forse di più a Morgan dei Bluvertigo...


Un giallo, un protagonista che si fa chiamare Kurt, anni '90, musica, mistero... Tutti elementi che ci hanno spinto alla lettura!
Quello che ci ha convinte a intraprendere la lettura è l'abilità con cui l'autore ripercorre gli ultimi vent’anni della vita di Andrea/Kurt in parallelo alla storia della musica rock dagli anni '90 fino a oggi.
"Vent’anni fa ero matto come un cavallo pazzo e potevo mettere in loop per due ore Want dei Cure, con il risultato che dopo un po’ non mi accorgevo più di quando finiva e ricominciava."
Una sorta di fascino aleggia nell'intera prosa, un alone di carisma che invoglia a voler leggere di più perché incantati dalla destrezza con cui si lascia conoscere Andrea/ Kurt. La sua vita, così "normale" ma al tempo stesso così diversa per esperienze, per scelte di vita spesso discutibili, rappresenta molto di quello che ognuno di noi ha almeno una volta nella vita pensato di voler fare o provare. Poi la vita stessa, per necessità e per caratteri e opportunità, ha fatto il suo corso.

Il nostro protagonista è un ragazzo, ormai uomo vissuto che ha avuto tutto, vissuto molto e proprio per questo forse si spiega il suo disincanto verso la vita stessa. È sofferente per ogni cosa, infastidito da ogni cosa, da ogni persona o ogni tipo di relazione. Il suo marcato tedio lo porta a guardare tutto con un filtro tra depressione e mancanza di stimoli. Tutto lo infastidisce e molesta in maniera quasi sconcertante. E il passato sembra farsi sempre più strada dentro i pensieri e dentro il suo presente... I ricordi arrivano puntuali e vengono narrati con rimpianto e con quella voglia di ritornare indietro per avere di nuovo quella spinta e quell'incoraggiamento che c'erano allora.
Come lettori veniamo catapultati in un passato che ci spiega tutti - o quasi - i retroscena  della vita di Kurt, una vita fatta di trasgressioni dove di certo non si è lasciato sfuggire niente. 

"Abbiamo fatto di tutto in quel 1996, non farmi entrare in particolari. Non sono il tipo. Se ti viene in mente una cosa che si può fare col tuo corpo e quello degli altri, molto probabilmente noi l’abbiamo fatta."
Tra strani personaggi, segreti, intrighi e il passato che bussa costantemente alla porta di Kurt, restiamo affascinante da questo personaggio a tratti quasi del tutto scomodo e decisamente no politically correct.
"Le coincidenze illuminano la vita di chi ci fa caso" e Kurt sembra riconoscere una marea di coincidenze che lo riallacciano ad avvenimenti di vent'anni fa. Tra una canzone e un'altra sfreccia nel suo losco  viaggio a Trieste che viene intervallato dai perenni ricordi del passato che lo riallacciano ad un tempo che fu che sa tanto di vita attuale o forse un desiderio incofessato che sia così.

Il fascino del proibito è dannatamente intrigante e Kurt ne è l'emblema. Un ex Dj che ha messo la testa a posto e dismesso i panni dello speaker eppure manca qualcosa, si sente venduto al sistema e dove niente sembra essere andato come avrebbe voluto: sempre costantemente pieno di rimorsi quanto privo di stimoli.
"Il pubblico sa sempre cosa gli piace. E se gli piaci tu, diventi la sua puttana, con rispetto parlando, oppure il suo jukebox."
Come libro più che appartenere al genere Thriller con tanto di omicidio, killer, rapimenti e via dicendo, qui ritroviamo più una connotazione Dark, elementi cupi, tetri, accompagnati da dettagli foschi quanto loschi insieme a sparizioni misteriosi che sanno di soprannaturale e senza dubbio con una predominanza netta dei ricordi di un passato a cui si guarda con tristezza e malinconia. L'inesorabile fottuto passare del tempo... Andrea/Kurt non si farebbe scrupoli a definirlo così perché lui è nudo e crudo, schietto, impassibile e sommerso dalla valanga di ricordi che molto spesso risultano essere solo ingombranti e d'intralcio in questo tempo che scivola via come sabbia tra le mani.
"E triste oltretutto, perché oggi questi ricordi sono volpi con le code incendiate che non parlano ma gridano, pazze per il dolore. Tu non mi guardi neppure, io solo ho l’inferno nel cuore perché la vita è una goccia che scava la pietra del viso."
Non sappiamo dire se ci ha "scandalizzate" per lo stile molto crudo e per la quasi mancanza di sensibilità del protagonista perso nel limbo del non saper provare sentimenti o comunque non palesarli. O molto probabilmente ci è piaciuto proprio perché è un libro diverso dal solito, un libro che non ti aspetti in quanto privo di perbenismo. Una cosa è sicura: ti cattura con i suoi cambi di registri tra passato, presente, continue citazioni di canzoni e parti in cui lo scrittore si riferisce direttamente al lettore.








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